Insegnare le lingue ai bambini è importantissimo perché il loro cervello recepisce molte più informazioni che in età adulta. Se ci pensi, ricordiamo nei dettagli episodi che ci sono capitati nell’infanzia e fatichiamo a ricordare cosa abbiamo mangiato la sera prima.
Quando andranno a scuola, e cominceranno a studiare sul serio le lingue, diventerà molto più semplice l’apprendimento e ti ringrazieranno per gli sforzi fatti. Non preoccuparti, come spiegato nell’articolo Insegnare le lingue senza saperle è molto più semplice di quanto si possa pensare.

 

Far insegnare le lingue ai bambini da un madrelingua

I benefici per i quali dovremmo insegnare le lingue ai bambini dalla tenera età sono molteplici:

  • non sentono la pressione perché l’apprendimento può essere trasformato in gioco
  • non ci sono aspettative perché nessuno li giudicherà
  • possono imparare in circostanze prive di situazioni complesse, come per esempio la presenza di bambini più grandi
  • è molto più semplice ottenere un accento vicino a quello dei madrelingua

Questi sono solo alcuni dei motivi per i quali abbiamo deciso di ospitare una ragazza alla pari che arriva dagli Stati Uniti. Abbiamo fatto questa scelta per permettere a nostro figlio di vivere un’esperienza full immersion a livello linguistico e culturale.
Superata la paura iniziale di ospitare un’estranea in casa, ci siamo convinti che l’approccio con una nuova cultura permetterà al bambino non solo di cominciare a sentir parlare in inglese, ma anche di crescere libero da pregiudizi e condizionamenti.

 

Qual è l’età giusta per cominciare a insegnare le lingue?

Se ti stai chiedendo quando iniziare a insegnare le lingue ai bambini, la risposta è piuttosto semplice: non esiste un momento preciso, ma è importante cominciare il prima possibile.
Se mi è concesso il paragone, per insegnare le lingue straniere, occorre variare esattamente come quando si cambiano le pappe, i pannolini e i vestiti. Nei primissimi anni il loro metabolismo è in grado di digerire e assimilare solo pochi semplici alimenti, successivamente allo svezzamento si passerà a pasti via via più complessi. L’apprendimento funziona alla stessa maniera, quindi occorre procedere tenendo in considerazione la loro età.

Fino ai 3 anni

Prima di tutto sfatiamo un mito: comunicare coi figli utilizzando una lingua differente da quella nativa non genera confusione.
Pur non essendo madrelingua, con conseguenti imperfezioni nella pronuncia, un genitore può tranquillamente parlare una seconda lingua al nascituro. Non ci sarà alcun ritardo nell’apprendimento, è infatti provato che i bambini educati in questa maniera saranno in grado di esprimersi altrettanto rapidamente che i loro coetanei cresciuti con una sola lingua.

Va bene, ma a parte la scienza come passare alla pratica? Nel mio caso specifico ho scelto una ragazza alla pari statunitense perché la lingua anglosassone, oltre a essere molto semplice, è la più diffusa e la più utile una volta adulti.
Come già detto in precedenza è possibile insegnare l’inglese ai bambini giocando:

  • fare semplici discorsi nella seconda lingua
  • chiedere ad amici e parenti di fare altrettanto in presenza dei pargoli
  • tradurre le interazioni che interessano il bambino, per esempio quando si gioca
  • utilizzare l’altro idioma per le attività divertenti, come cantare e ballare
  • leggere storie in lingua interagendo con loro (imitando personaggi del racconto, facendo facce buffe)
  • cercare aiuto in casa, per esempio una baby-sitter che possa comunicare in lingue diverse dall’italiano
  • essere sempre entusiasti, leggeri e mai noiosi o pesanti

Dai 3 ai 6 anni

A questo punto il gioco si fa divertente anche per i genitori.
I bambini in età prescolare sono in grado di interagire in maniera sempre più avanzata, con il grande vantaggio che non hanno ancora paura di sbagliare. Per cui non avranno problemi a lanciarsi provando a pronunciare le varie parole, per un genitore è davvero appagante verificare i loro progressi ed è divertentissimo vederli avventurarsi in autentiche acrobazie verbali.
Le difficoltà saranno via via crescenti, per esempio per insegnare l’inglese ai bambini dell’asilo puoi pensare di procedere in questo modo:

  • integrare la lingua nella routine quotidiana: trovare una “parola del giorno” e utilizzarla in giochi con l’alfabeto o per contare, fare indovinelli e cantare
  • leggere storie facendoli interagire con te: ormai possono avere un ruolo attivo nel racconto, interpretando personaggi e inventandosi voci o facce
  • farli giocare insieme a bambini, anche più grandi, che parlino la lingua straniera che gli state insegnando, meglio ancora se madrelingua
  • svolgere attività in cui sia previsto l’utilizzo delle mani, per esempio disegnare, ritagliare e colorare

Sono solo alcuni esempi di come si possa insegnare le lingue ai bambini, la cosa più importante è ricordarsi sempre che non siete professori e non ci sono esami. Bisogna quindi essere sempre molto entusiasti e propositivi lasciando da parte il perfezionismo e le correzioni, cioè quel tipo di situazioni con cui dovranno confrontarsi a partire dalla scuola e per il resto della loro vita!

 

I vantaggi dell’educazione bilingue

In base a quanto detto finora, quello che possiamo fare in casa per insegnare una seconda lingua si basa su due principi:

  • atteggiamento positivo, stimolante e divertente
  • mantenere la motivazione alta

La cosa fondamentale è far svolgere ai bambini molte attività e giochi piacevoli in lingua straniera, per instaurare con loro un dialogo. Altrettanto importante è trovare un modo per fargli parlare la lingua con le persone con cui vivono, che siano amichetti, parenti o la baby-sitter.
Questi accorgimenti renderanno possibile non solo insegnare le lingue ai bambini, ma permetteranno loro anche di essere più aperti verso le culture differenti dalla propria.

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☀️ #allegralu

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