Tornare a lavorare dopo la maternità. C’è un modo perché tutto scivoli liscio come l’olio senza avere grandi sconvolgimenti?

Vediamo insieme quali sono le tre cose fondamentali da tenere presente quando noi mamme riprendiamo a lavorare concluso il periodo di congedo di maternità.
Può diventare un momento di transizione decisamente forte, quasi esplosivo, come è stato per me. Per questo motivo sono andata a parlare con una donna molto competente e che ha a che fare quotidianamente con donne, mamme che lavorano. Ho intervistato la coach e psicologa Angela de Rosa, per capire con lei quali sono le cose da aver ben presente sin dal primo giorno di rientro al lavoro.

Ma, prima di tutto, cosa fa un coach, esattamente?

È un mestiere stupendo!
Il coach è colui che sblocca il potenziale delle persone, ci spiega Angela, che le porta a tirare fuori quelle risorse che per svariati motivi, in certi momenti della vita vengono come bloccate, archiviate, nascoste.

Nel caso specifico di una neomamma, aiuta a capire che cosa siamo diventate, chi siamo e come vogliamo essere dopo che la nostra vita è cambiata con l’arrivo di un neonato. Praticamente, Angela de Rosa ci racconta, il coach ci aiuta a “riallinearci” su dei nuovi parametri.

Come si sente una neomamma che deve tornare a lavorare?

Principalmente noi donne affrontiamo il rientro al lavoro da mamme in due modi.
Ci sono quelle che non vedono l’ora di riprendere a lavorare, come dice Angela, perché il dedicarsi al figlio neonato e alla casa è stato un cambiamento che le ha un po’ scombussolate e desiderano recuperare l’aspetto professionale della loro vita.
Oppure, ci spiega ancora Angela, ci sono quelle che rientrano al lavoro per forza. Magari già non amavano il loro lavoro, o magari lo amavano, ma dopo la maternità le loro priorità sono cambiate.

In generale, comunque, noi neomamme abbiamo una forza e una creatività maggiore di prima della gravidanza, perché la maternità sblocca delle risorse che avevamo, ma che non eravamo riuscite ad utilizzare completamente.

Devo dire che a me tutto questo è successo veramente. Ho infatti vissuto sulla mia pelle come la maternità possa sbloccare delle potenzialità, delle capacità interiori e possa farti venire voglia di rivalutare completamente la sfera lavorativa.

Ecco i tre consigli di Angela de Rosa per il rientro al lavoro dopo la maternità.

1 – Avere consapevolezza
Dobbiamo partire dalla consapevolezza che la nostra vita è cambiata. Cambiata in senso positivo, però. Si è semplicemente in un’altra dimensione e anche le sfide professionali dovranno essere affrontate in modo diverso.
Senza la consapevolezza, diventa sempre più difficile accettare il cambiamento e si rischia di vivere a “compartimenti stagni”: a casa la mamma e in ufficio la lavoratrice.
In realtà noi siamo sempre la stessa persona che dovrà semplicemente riplasmare la sua vita lavorativa e affrontarla partendo da un nuovo punto di vista.

2 – L’organizzazione
Il rientro al lavoro con la consapevolezza che la nostra vita è cambiata, ma che dobbiamo semplicemente riplasmarla per rispondere alle nostre nuove esigenze ci porta inevitabilmente ad affrontare il tema dell’organizzazione.
Come un manager si organizza per gestire la sua azienda, noi dobbiamo imparare ad organizzarci per gestire al meglio il nostro tempo e la nostra nuova vita. Angela de Rosa ci suggerisce che la prima cosa da fare per organizzare al meglio la nostra giornata è proprio rendersi conto che non si può fare tutto. Sì, le nostre “to-do list” sono destinate a non esaurirsi mai!
Proprio per questo, la seconda cosa da fare è riuscire ad individuare quali sono le cose più importanti, quelle da fare per prime. La nostra nuova vita da mamma avrà delle priorità diverse da quelle che aveva prima, quindi molte cose potranno essere delegate o, addirittura, cancellate.

3- Chiedere aiuto
Chiedere aiuto è la chiave per gestire il rientro al lavoro dopo la maternità in modo sereno e felice e rendere così sereni e felici anche coloro che ci stanno accanto, il nostro bambino.
Chiedere aiuto è sapersi organizzare con una tata o con i nonni o con il nostro partner, che sarà ben felice di partecipare al menage familiare e all’accudimento del bambino.
Purtroppo noi donne abbiamo sempre un po’ la sensazione di essere onnipotenti e tendiamo a fare tutto da sole. Questo ci porta frustrazione e impatta negativamente sui rapporti con le persone che ci circondano, primi tra tutti i rapporti con il nostro compagno e con i figli.
Angela ci regala una considerazione importantissima: noi non possiamo dare ciò che non abbiamo, quindi se non siamo noi, prima di tutto, felici, non potremo certo rendere felice nessun altro.

Ricapitolando, quindi, per ritornare al lavoro serenamente dobbiamo fare un bel respiro, renderci conto che le cose sono cambiate e avere la pazienza di rimodellarci a questa nuova e bella vita.
Dobbiamo organizzarci per bene con delle “to-do list” dove le priorità siano ben chiare e anche condivise in famiglia e con la consapevolezza che non arriveremo mai ad azzerarle.
Infine, ma fondamentale, è chiedere aiuto. Sembra ovvio ma noi donne siamo bravissime a non farlo a caricarci di tutto, col rischio, poi di esplodere e mettere a repentaglio la serenità della nostra vita familiare e lavorativa.

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☀️ #allegralu

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