Conosciamo l’esatto valore delle parole che diciamo ai nostri bambini o che loro ci sentono dire? Ne siamo proprio sicuri?

Sia che ci rivolgiamo direttamente a loro o che ci ascoltino mentre stiamo parlando con qualcun altro, basta poco per far passare un messaggio negativo e “danneggiare” la loro visione del mondo.

L’idea per questa puntata me l’ha data un articolo che ho letto di recente. L’autore citava Andrea Camilleri per invitarci a dare valore alle parole, a fare attenzione a quali usiamo e come le usiamo. Specialmente quando anche dei bambini ci possono ascoltare. Questo perché possiamo istigare all’odio o trasmettere loro dei messaggi sbagliati con estrema facilità. Anche se non è nostra intenzione farlo.

È vero, questo è un tema su cui sono molto sensibile. Nonostante ciò non sono esente da errori! Già, perché in teoria siamo sempre tutti preparati e sappiamo bene che non contano solo le parole che diciamo, ma anche il modo in cui lo facciamo. Nella pratica, però…

 

Vi faccio un esempio per capire meglio il valore delle parole che diciamo.

Qualche tempo fa mi è capitato di prendere consapevolezza di questa cosa in una situazione che potrebbe capitare a ciascuno di noi!
A una festicciola di bimbi, parlando con gli altri genitori, stavo raccontando dell’esperienza con Veronica, la nostra ragazza alla pari. Ero molto entusiasta del fatto che stesse stringendo amicizie senza problemi, nonostante non fosse nel suo paese.
Uno dei papà che erano lì, ad un certo punto, mi dice: “Beh, finché non ti citofona un ragazzo che si chiama Abdul e la cerca, non ti devi preoccupare di nulla!”
Voleva essere una battuta superficiale, per strappare una risata al gruppo, ma a me ha fatto più paura questo papà, che non ha pensato al valore delle parole dette davanti ai bambini, che qualsiasi Abdul al mondo!

Perché? Analizziamo bene insieme questa frase e vediamo come può essere stata recepita da un bambino.

Partiamo dal presupposto che i nostri figli impiegano anni ad avere una capacità di giudizio autonoma, per questo prendono quello che diciamo per vero, sempre.

 

Danno, cioè, un valore alle nostre parole praticamente assoluto.

Quindi, cosa imparano da una battuta come quella detta dal papà alla festicciola?
Beh, che Abdul è un nome che non va bene così come chi lo porta. Come chi porta nomi simili.
Se poi in classe hanno un bimbo che si chiama proprio Abdul? Di sicuro lo vedranno come uno da cui tenersi alla larga e non farselo amico!

Sì, magari mi puoi considerare una persona troppo sensibile. Puoi anche pensare che l’esempio sia fin troppo banale. Ma tieni presente che i nostri figli crescono in mezzo a quello che diciamo e dobbiamo rendercene conto per non passare loro false informazioni.

Ora, è vero che tutti noi banalizziamo e scherziamo su alcune cose. Non è che dobbiamo diventare fobici.

 

Però ci sono tematiche sulle quali dobbiamo fare attenzione al valore delle parole che usiamo.

Quando parliamo, ad esempio, di targomenti legati all’ambiente, alla razza, all’educazione civica o alle differenze culturali o religiose… ecco, in questi casi dobbiamo stare un po’ più attenti. Come dicevo prima i nostri figli si fidano ciecamente del nostro giudizio e vedono il mondo esattamente come lo mostriamo loro. Questa è una grossa responsabilità per noi genitori.
Finché non crescono e cominciano a sviluppare la loro personalità i bambini non mettono mai in discussione quello che noi diciamo loro; siamo la loro fonte di informazioni più attendibile. Dobbiamo spiegare loro che esistono le azioni giuste e quelle sbagliate e non che esistono persone giuste e sbagliate.
Ti faccio un esempio per essere più chiara, ai nostri bambini diciamo che non bisogna buttare la carta per terra, quello è un dato di fatto. Ma dobbiamo fare attenzione. Dovranno percepire chiaramente che buttare la carta per terra non si fa, indipendentemente che lo faccia George, Francesco, Alexander o Abdul.
Se invece non diamo il giusto valore alle parole rischiano di imparare che è Abdul a buttare la carta per terra perché, a prescindere, è una brutta persona.

 

E tu? Hai mai sentito frasi, come quella su Abdul, che potrebbero passare un messaggio negativo?
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☀️ #allegralu

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