I 10 errori più comuni degli italiani in inglese

Per aiutare i nostri bambini a parlare e scrivere correttamente in inglese è importante conoscere quali sono i 10 errori più frequenti che facciamo noi italiani: dall’uso del soggetto ai false friends.
10 errori in inglese che gli italiani fanno più facilmente
Quando iniziano ad imparare l’inglese, solitamente le persone tendono a tradurre letteralmente le frasi dalla propria lingua. Tuttavia, per rendere i bambini correttamente bilingui è importante abituarli fin da subito a fare una distinzione e spingerli a pensare direttamente in inglese. Per aiutarti in questo processo, ho pensato di parlarti dei 10 errori che più spesso vengono fatti e metterti a confronto le diverse strutture grammaticali, italiana e inglese.
1 – Il soggetto
Mentre in italiano il soggetto spesso è sottinteso e lo si può posizionare in punti diversi della frase, in inglese deve essere sempre espresso e sempre inserito prima del verbo.
Ad esempio, la frase “Sono un bambino” in inglese va sempre tradotta con I am a child e mai con Am a child.
2 – La terza persona singolare dei verbi
Pur essendo più semplice dell’italiano, la grammatica dei verbi inglesi nasconde una piccola insidia. Ovvero ricordarsi di aggiungere la lettera “s” alla terza persona singolare del presente indicativo. Spesso tendiamo a dimenticare questo dettaglio, dicendo she do invece della forma corretta she does.
3 – L’uso del presente per azioni future
Facendo sempre il paragone con la nostra lingua, in italiano utilizziamo il presente (present simple) anche per parlare di azioni future quindi tendiamo a fare lo stesso in inglese. Tuttavia, la forma corretta corrispondente in inglese è il present continuous, che è formato dal presente del verbo to be + il gerundio del verbo principale.
– Frase: Cosa fai domani? Vado al mare.
– Traduzione sbagliata: What do you do tomorrow? – I go to the beach.
– Traduzione corretta: What are you doing tomorrow? – I am going to the beach.
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4 – Present perfect vs past simple
Può capitare che si confonda il present perfect con il past simple o viceversa perché spesso in italiano si traducono entrambi con il nostro passato prossimo. Tuttavia, in inglese, i due tempi verbali si usano in casi diversi.
Present perfect – si usa per azioni accadute nel passato e, nello specifico, in due casi:
1 – Azioni passate di cui non è espresso il momento in cui sono accadute.
Have you ever been to Sicily? – Sei mai stato in Sicilia?
2 – Azioni appena compiute (passato) che sono collegate al presente.
I have just turned off the light. – Ho appena spento la luce.
Past simple – si usa per eventi iniziati e finiti in un momento specifico del passato ed è spesso accompagnato da espressioni di tempo, come yesterday (ieri), last week (settimana scorsa), last year (l’anno scorso), etc.
I ate a cake yesterday – Ieri ho mangiato una torta
5 – Differenza tra “fun” e “funny”
Un altro errore comune per noi italiani è quello di usare fun e funny come se fossero sinonimi, invece in inglese hanno un significato distinto. Infatti, fun è un sostantivo e si usa per un’attività, un evento o una situazione piacevole e divertente, mentre funny è un aggettivo e indica qualcosa o qualcuno che suscita ilarità e di solito si traduce con “buffo”.
Your birthday party was fun.
La tua festa di compleanno è stata divertente.
John is funny.
John è buffo.

6 – Errori di pronuncia
Il suono “th” non esiste nella lingua italiana, per cui spesso tendiamo a pensare che si tratti di una semplice “t”. In realtà, “th” in inglese può essere pronunciato in tre modi diversi.
1 – In parole come think o through, il suono si ottiene mettendo la lingua tra i denti e soffiando.
2 – In parole come this o that, bisogna immaginare di pronunciare una “d” con la lingua tra i denti.
3 – Ci sono poi casi molto rari dove il “th” viene pronunciato come “t”, ad esempio in lighthouse “faro”, che è una parola composta da light + house, oppure in nomi propri come Thomas, Thames e Thailand.
Un’altra lettera che spesso viene pronunciata in modo errato è la “h”. Infatti, tranne in casi particolari, in inglese questa lettera non è mai muta, ma viene pronunciata con un suono aspirato, più o meno come la “c” toscana.
7 – La doppia negazione
Per noi madrelingua italiani, le frasi negative in inglese creano un po’ di confusione, soprattutto quando dobbiamo inserire dei pronomi. Infatti, nella nostra lingua esiste la doppia negazione, quindi non solo il verbo è negativo, ma anche il pronome che segue.
Esempio: “Non ho incontrato nessuno”, “Non ho preso niente”.
Al contrario, in inglese, si usa solo una forma negativa: o si inserisce il pronome negativo + verbo positivo (I met nobody, che in italiano letteralmente si dovrebbe tradurre con “ho incontrato nessuno”) oppure si inserisce solo la forma negativa del verbo (I didn’t get anything, che letteralmente si dovrebbe tradurre con “non ho preso qualcosa”).
– Frase: Non avevo niente da fare.
– Traduzione sbagliata: I didn’t have nothing to do
– Traduzione corretta: I had nothing to do / I didn’t have anything to do.
8 – La struttura delle domande
La costruzione grammaticale delle domande in inglese si discosta notevolmente da quella che usiamo in italiano. Vediamo insieme la differenza tra le due strutture.
In italiano:
– 1 = soggetto + avverbio interrogativo + verbo
– 2 = avverbio interrogativo + il verbo (in questo caso il soggetto è sottinteso)
In inglese:
Avverbio interrogativo + ausiliare (do, can, will, etc.) + soggetto + verbo principale + complementi
Dove vivi? – Where do you live?
Lei suona la chitarra? – Does she play the guitar?
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9 – Preposizioni
Le preposizioni in inglese possono avere significati e utilizzi diversi rispetto all’italiano. Ecco alcuni errori comuni che si possono fare e la corrispettiva forma corretta:
– Frase sbagliata: I am of Italy
– Frase corretta: I am from Italy
– Frase sbagliata: I have been in Paris since two hours
– Frase corretta: I have been in Paris for two hours
– Frase sbagliata: I go to work with the bus
– Frase corretta: I go to work by bus
– Frase sbagliata:I go in France
– Frase corretta: I go to France
10 – I false friends
In inglese esistono alcuni termini che, pur sembrando simili all’italiano, hanno invece un significato decisamente diverso, i cosiddetti false friends. Parole insidiose che spesso giocano un brutto scherzo a chi sta imparando questa seconda lingua e che possono creare delle incomprensioni durante una conversazione. I più comuni sono:
- actually – in realtà (non attualmente)
- annoyed – irritato (non annoiato)
- argument – litigio (non argomento)
- camera – fotocamera (non camera/stanza)
- cold – freddo (non caldo)
- comics – fumetti (non comici)
- eventually – infine (non eventualmente)
- factory – fabbrica (non fattoria)
- large – grande (non largo)
- library – biblioteca (non libreria)
- parents – genitori (non parenti)
- patent – brevetto (non patente)
- pretend – fingere (non pretendere)
- sensible – prudente (non sensibile)
- sensitive – sensibile (non sensitivo)
Se vuoi ampliare la tua conoscenza sulla grammatica inglese puoi leggere anche l’articolo sui phrasal verbs che ho già pubblicato.
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