Cos’è e come funziona la maternità anticipata? Ne parliamo insieme a Michela Calculli, esperta di fisco e famiglia. Capiamo insieme a chi spetta e come farne richiesta.

La maggior parte delle lavoratrici ha diritto alla maternità anticipata, ma…

Sì, hai letto bene. Se appartieni a una di queste categorie di lavoratrici, puoi andare in maternità in anticipo rispetto ai tempi del congedo obbligatorio.

Quindi se sei

  • dipendente pubblica o privata;
  • lavoratrice occasionale o a progetto;
  • associata in partecipazione di un’azienda;
  • libera professionista iscritta alla gestione separata;
  • in disoccupazione e percepisci la NASpI

ti potrebbe spettare questo diritto.

Ma ci sono tre condizioni da cui dipende la concessione del congedo anticipato. Vediamo insieme quali sono.

1. Donne che lavorano in un ambiente insalubre.

Questo fattore, naturalmente, deve essere attestato da una documentazione idonea; non basta che sia la futura mamma a dichiararlo.

Per fare un esempio: le insegnanti, che lavorano in un ambiente pieno di germi, possono scegliere se andare in maternità anticipata o meno.

Attenzione, però: se sei una libera professionista iscritta alla gestione separata, questa motivazione per andare in maternità anticipata non è accettabile.

2. Mansioni specifiche che vanno in conflitto con la gravidanza.

Se fai un lavoro che ti obbliga a trasportare dei pesi o a stare tanto in piedi, ad esempio, la tua mansione potrebbe mettere a rischio la tua gravidanza. In questo caso è possibile chiedere di andare in maternità in anticipo. Altre situazioni possibili riguardano chi svolge lavori riconosciuti come pericolosi o che si svolgono a contatto con materiali tossici o infetti.

Tutte motivazioni per le quali puoi chiedere la maternità anticipata. Però, potrebbe capitare che, nel momento in cui comunichi la gravidanza, venga modificata la tua mansione in modo che non sia più pericolosa. In questo caso puoi continuare a lavorare fino al raggiungimento dei termini per la maternità obbligatoria.

Le libere professioniste iscritte alla gestione separata, però, non possono usufruire di questo diritto per questa motivazione.

3. Condizione di salute della futura mamma che può mettere a rischio la gravidanza.

In questo caso ogni lavoratrice, comprese le libere professioniste iscritte alla gestione separata o le disoccupate che percepiscono la NASpI, può fare domanda di maternità anticipata.

La motivazione di salute dovrà, però, riguardare una patologia della mamma, pregressa o sviluppata durante la gravidanza, tale che possa mettere a rischio la gestazione o la salute del nascituro.

Quando andare in maternità anticipata.

Abbiamo visto quali sono i casi per cui si può richiedere di anticipare il congedo di maternità, ma vediamo ora con Michela Calculli, quando possiamo fare domanda.

In realtà, ci spiega Michela, una volta che uno dei tre casi è stato documentato e certificato, il diritto a rimanere a casa scatta da subito. Teoricamente già dal momento in cui il test di gravidanza risulta positivo. Oppure, nel caso di una gestazione a rischio per motivi di salute, non appena insorge la problematica.

A chi fare domanda?

Attenzione!

La domanda va presentata allIspettorato del lavoro della propria zona se siamo in una situazione legata al posto di lavoro, come nel caso 1 e 2, per intenderci.

Se, invece, siamo in una situazione in cui la nostra gravidanza è a rischio per motivi di salute, allora ci dovremo rivolgere al Distretto sanitario della tua zona (ASL).

Se invece si è in disoccupazione, allora si può fare tutto sul sito dell’INPS, nella propria area personale.

Chi può presentare la domanda e quali documenti servono?

Nel caso delle gravidanze a rischio, la domanda può essere presentata solo dalla futura mamma. Negli altri casi, invece, può essere anche lo stesso datore di lavoro a farne richiesta.

In generale, comunque, i documenti necessari sono i seguenti:

  1. domanda di interdizione anticipata (richiesta di maternità anticipata);
  2. carta d’identità;
  3. certificato medico che attesti la gravidanza redatto da un medico del Distretto Sanitario (ASL) di competenza;
  4. certificato medico (*) del ginecologo (sempre accreditato presso l’ASL) che attesti la patologia preesistente o le complicanze che sono intervenute durante la gestazione;
  5. dichiarazione sostitutiva di atto notorio (**) in cui si attesta che non si svolgerà alcuna attività lavorativa durante la maternità anticipata;
  6. tutti gli ulteriori documenti che potrebbero essere richiesti direttamente da ASL o direzione territoriale del lavoro.

Il certificato medico richiesti al punto 4(*), ovviamente, servono nel caso in cui la domanda di maternità anticipata sia legata alle condizioni di salute della futura mamma e del bambino che deve nascere. Se sono redatti direttamente da un medico accreditato presso il tuo distretto sanitario, la procedura sarà sicuramente più snella e non richiederà ulteriori accertamenti.

La dichiarazione sostitutiva di atto notorio, richiesta al punto 5(**), invece, compete solo le libere professioniste o associate.

Una volta presentata la domanda, daremo al datore di lavoro copia della ricevuta che ci è stata data dall’ASL o dall’Ispettorato del lavoro. Ci vorranno mediamente 7 giorni (da calcolare a partire dal giorno successivo al ricevimento della domanda), poi, per rendere attivo il provvedimento a favore dall’anticipo del congedo di maternità.

In assenza di una risposta entro i 7 giorni dovrebbe scattare il silenzio-assenso, ma il mio consiglio è quello di accertarsi sempre bene che tutto sia andato a buon fine.

La maternità anticipata non è la malattia.

Michela Calculli ci spiega bene che il congedo di maternità non ha nulla a che vedere con la malattia. Durante questo periodo, infatti, non ci sono obblighi per quanto riguarda il dover rimanere in casa. Volendo si può uscire a qualsiasi ora anche per andare a fare la spesa, senza temere di essere sottoposte a visita fiscale, perché tutte le verifiche sono già state fatte in fase di domanda.

Il passaggio da maternità anticipata a maternità obbligatoria non è automatico!

Ricordati che, anche se sei in congedo di maternità anticipato, il passaggio a quello obbligatorio non è automatico. Come abbiamo già visto, quando siamo in prossimità dei termini per la maternità obbligatoria, tipicamente entro il settimo mese di gestazione, dovremo fare domanda, questa volta sul sito dell’INPS.

Di norma il periodo di astensione dal lavoro obbligatorio per le neomamme è di 5 mesi, ma in alcuni casi, che dipendono dalla mansione della gestante, può arrivare anche a 7 mesi.

Qual è la retribuzione durante il congedo di maternità anticipato?

Anche per il congedo anticipato l’INPS si fa carico di erogare un contributo pari all’80% dello stipendio base. Quota che potrà essere poi integrata al 100% dal datore di lavoro, anche a secondo della tipologia del Contratto Nazionale di Categoria.
Nel caso di lavoratrici dipendenti sarà il datore di lavoro che anticiperà quanto dovuto, mentre per le lavoratrici autonome sarà la stessa gestione separata dell’INPS a provvedere a erogare direttamente la somma.

Ti ricordo che questo post non intende in alcun modo sostituirsi alle fonti ufficiali perciò ti invito a fare degli ulteriori approfondimenti sui canali istituzionali. Oltre, naturalmente, a raccontarci la tua esperienza diretta nei commenti.

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