Far mangiare i bambini: come organizzarsi
Come organizzarsi con i bambini quando è il momento di mangiare?
Far mangiare i bambini può essere vista come una “operazione” impossibile, ma non lo è!
In questa intervista non parleremo del mangiare sano, dell’importanza di frutta e verdura e dell’alimentazione dedicata ai bambini. Ci focalizzeremo sulle buone abitudini da assumere a tavola, come noi genitori possiamo essere un buon esempio per i nostri figli. In che modo rendere il pasto un momento di convivialità non solo tra mamma e papà, ma coinvolgendo anche i più piccoli.
Spesso la fase di preparazione del pranzo o della cena si rivela a dir poco difficile, non solo per la scelta di cosa mettere nel piatto, ma talvolta per la difficoltà di tenere a bada un bambino di quasi due anni. Questo è il mio caso, con “l’aggravante” che la cucina non è decisamente il mio punto forte!
A cosa mi riferisco quando parlo di problematiche legate al “far mangiare i bambini”?
- capricci
- sfide a tavola
- buttare a terra i cibi
- mischiare e pietanze nel piatto componendo dei veri “pasticci”
Ecco come le ore dedicate al pasto possono trasformarsi velocemente nella parte più faticosa della giornata.
Sono andata a trovare la pedagogista Marta Stella Bruzzone del blog “Mamme che fatica” proprio per farmi aiutare a capire come gestire i bambini piccoli durante pranzo e cena.
Le chiedo subito qualche consiglio valido per infondere un clima di serenità che coinvolga tutta la famiglia e tenga lontano il caos proprio nello slot temporale in cui ci si alimenta.
Come possiamo organizzare il momento del pasto con dei bambini in modo tranquillo
e senza impazzire?
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Responsabilizzare e coinvolgere
Farsi aiutare dal bambino, piccolo o grande che sia.
Se è nel seggiolone possiamo coinvolgerlo anche semplicemente con la voce:
“Allora mi aiuti? Facciamo così? Tieni tu questo? Grazie”
Viceversa se è più grande, quindi in qualche modo un po’ più autonomo, chiediamogli di apparecchiare la tavola e mettere il suo cucchiaio, la sua posata o il suo biberon sul seggiolone, oppure sul tavolino.
Sono piccolissimi accorgimenti che però fanno, diciamo così, capovolgere la prospettiva e aiutano il bambino a rilassarsi perché, in qualche modo, si sente accolto e considerato.
Quando crescono è buona pratica dare per scontato che loro siano in grado di fare da soli perché è vitale per la psicologia infantile sentirsi grandi, utili e responsabili, proprio come noi.
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Far osservare il bambino per imparare
Abbiamo citato la torre montessoriana e sottolineato che, oltre a coinvolgere i bambini facendoli “operare in autonomia”, è utile permettere loro di osservare. Guardare quello che facciamo noi genitori affinché possano apprendere e apprezzare.
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Abbassare la voce
Per vivere il pasto con armonia un’altra cosa senz’altro benefica è controllare la voce, goderci anche dei momenti in silenzio in modo da rilassare il bambino. Vi è mai capitato di essere “isteriche” e di fretta? Ecco, questo accresce ansia e insofferenza nel piccolo.
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Niente ansia se il bambino non vuole mangiare
Un altro suggerimento da mettere in pratica è di non insistere per ciò che viene mangiato o no, sarebbe bene oltretutto non presentare delle alternative ai cibi. Rifiutando un alimento non significa che non ci voglia bene o non apprezzi quello che abbiamo preparato, semplicemente può essere che non ne abbia voglia o che sia stanco.
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Non proporre alternative al cibo in tavola
Non è giusto, dal mio punto di vista, preparare pietanze diverse perché in qualche modo abituiamo il bambino a poter scegliere e, per un bambino piccolo questa pratica può rivelarsi molto difficile. E’ più semplice avere una cosa e poterla mangiare.
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Lasciare che i bambini facciano esperienza coi cibi
Per quanto concerne i “paciughi”, i cibi tutti mescolati nello stesso piatto, la dottoressa Bruzzone mi ha detto che dovremmo lasciarli sperimentare. Per noi genitori,
almeno per me, è piuttosto difficile, però è bene permettere loro di testare.
Il bambino deve poter fare quell’esperienza.
Un aspetto molto delicato che ha richiesto una puntata a parte riguarda il riconoscimento dei disturbi alimentari nei bambini. Ti invito a guardare il video se sei curioso di saperne di più.
Parliamo ora di sfide: quando i nostri bambini furbetti ci lanciano delle occhiate e buttano per terra degli oggetti, cosa possiamo fare per risolvere la situazione?
Molte volte si tratta di una sfida, i bambini sono bravissimi nel cogliere, nel capire fin dove possono sfidare l’adulto. Se in qualche modo quell’adulto si riesce a conquistare, oppure se è meglio “rigare dritto” e fare i bravi.
Quindi si tratta di comprendere se il bambino è stanco e insofferente durante il pasto serale, così come possiamo essere esausti noi, oppure se invece è solo una sfida magari orientata nei confronti della figura materna o paterna.
Quindi nella pratica che cosa possiamo fare per gestire le sfide?
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Anticipare gli orari dei pasti e le provocazioni
Cerchiamo di fare prima il pasto, tutti insieme. Credo e trovo che sia importante abituarli alla convivialità e alla condivisione anche del momento legato alla nutrizione, altrimenti cresciamo dei bambini che poi non sapranno stare a tavola.
O necessariamente sentiranno la necessità di essere accompagnati da un tablet o da altre distrazioni.
Quando siamo alle prese con un bambino con atteggiamento provocatorio, adirato, cerco di anticiparlo e quindi di dire: “Allora adesso cosa succederà?
Facciamo proprio quella cosa lì? Vediamo un po’ se diventi arrabbiato anche tu o se mi arrabbio anch’io? Proviamo? Uno, due, tre…”.
A volte di spiazzarli può essere una strategia per trasmettere il messaggio che abbiamo capito. Rappresenta inoltre un modo per giocare insieme, tante volte i bambini chiedono proprio quello.
Nel video che ti segnalo mi sono occupata di raccogliere spunti interessanti su come crescere un figlio che parla con i genitori.
Ma giocando mentre poniamo dei limiti non sminuiamo l’interdizione facendola sembrare una cosa poco seria?
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Apprendere con il gioco
Attraverso il gioco il bambino può capire quando sta esagerando e quando invece va bene così. “Ah ma insomma, allora vediamo un po’, vediamo un po’…” Sono espressioni per ironizzare e comprendere se attraverso il gioco il concetto viene trasmesso oppure se ha proprio bisogno di uno sguardo diverso dal solito che stimoli a contenersi.
Di seguito un prontuario di preziosi accorgimenti che la dottoressa Bruzzone ci enuncia per organizzarsi al meglio e far mangiare i bambini serenamente.
Buone abitudini per far mangiare i bambini in modo regolare
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Pianifica pasti e spuntini a orari regolari
Le fasce orarie consigliate sono mezzogiorno e le 19, e in generale, rispettare gli orari dell’asilo nido.
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Mangiare tutti insieme
Cercare di assumere pranzi e cene con il bambino, quindi creare un momento di convivialità anche con i genitori.
Noi adulti possiamo dedicarci un momento di privacy mangiando frutta e bevendo un caffè quando il bimbo è a letto.
Questa è un’organizzazione piuttosto difficile ma si può provare a perseguirla. Scopri tips utili per evitare la crisi di coppia!
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Niente tv in cucina
Un’altra buona abitudine è non avere la tv in cucina o comunque tenerla spenta, proprio perché bisogna abbinare al pasto un momento di condivisione.
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Non mettere il bambino al centro dell’attenzione
Altra osservazione interessante esposta dalla dottoressa è che il bambino durante il pasto non deve essere al centro dell’attenzione. Deve apprezzare, capire, imparare sin dai primi giorni che la cena è un momento di convivialità dove ognuno si racconta.
Questa pratica avrà poi dei risvolti positivi quando crescerà perché assimilerà e apprezzerà l’abitudine familiare.
Per concludere vi cito le parole con cui mi ha salutato la pedagogista Bruzzone:
“Ricorda AllegraLu che con i bambini bisogna essere sempre a disposizione, ma non a loro servizio e bisogna farli sentire sempre utili per cui responsabilizzarli.”
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☀️ #allegralu
Questa intervista è stata realizzata in collaborazione con MiMom.it
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